danielelussana, insieme

insieme perché solo con il confronto e il dialogo riusciremo a trasformare la nostra delusione e la nostra rabbia in qualcosa che ci avvicini alla realizzazione delle nostre speranze…

…l’angelino d’agosto…

alfanoangelinovucumpra_dl_2014

Non ho avuto mai particolari antipatie verso Angelino Alfano anche se di contro certo non mi mi ha mai fatto entusiasmare e non mi hai mai trasmesso quel “nonsochè”, quel mix tra senso di sicurezza, di capacità e soprattutto di logica, che sarebbe servito (principalmente a lui) per dipingerne meglio i contorni e, magari conquistare la fiducia di molta più gente.

Oggi dico (modestissimo parere personale) semplicemente che non è un buon Ministro. Non è capace, manca di spirito di iniziativa. Non è “Uomo di Governo”!

Non lo dico con cattiveria e nemmeno per motivi di opportunismo politico o cose simili, lo dico da semplice e (credo) abbastanza attento osservatore, nemmeno di parte…

L’ex delfino, l’ex erede designato alla (ambita) successione a Berlusconi, l’ex esempio che poteva essere da stimolo per tanti giovani amministratori che vedevano nel giovane agrigentino che faceva strada nelle Istituzioni, una speranza e un segno di svolta.

Angelino Alfano da Agrigento, classe 1970, avvocato.
Sin da giovanissimo impegnato in politica, inizia nel Giovanile della DC e nel 1994, come molti altri e con lo stesso loro entusiasmo, inizia l’avventura in Forza Italia.
Nel 1996 viene eletto a soli 26 anni all’Assemblea Regionale Siciliana dove ricopre anche la funzione di capogruppo di Forza Italia.
Da Palazzo dei Normanni ai palazzi di Roma il passo è breve e così nel 2001 viene eletto alla Camera dei Deputati, così come nel 2006.

Nel frattempo fa strada anche nel partito conquistandosi addirittura un sostegno “paterno” da parte del Presidente Berlusconi che lo nomina nel 2005 (nell’ambito di una vera e propria guerra tra correnti…) Coordinatore di Forza Italia per la Sicilia, all’epoca una roccaforte per il partito dell’ex Presidente del Consiglio. Pare fosse rimasto colpito dal giovane siciliano – già presente da tempo nella “shortlist dei preferiti” del Cav. – dopo aver assistito ad un suo intervento in una trsmissione Rai nel quale con passione urlò “la mafia fa schifo”. Prima del Cav. ottenne la fiducia e la vicinanza di Gianfranco Miccichè il quale, si dice(va), lo avesse anche candidato alla Presidenza della Regione Sicilia… poi scelserò Cuffaro (Sì, CUFFARO).

Via via comincia a raccogliere simpatie da parte dei militanti che gli riconoscono, forse sull’onda emotiva scaturita dagli “ensorsement” del Cav., talenti, dei quali (forse) oggi potremmo essere tentati di dubitare.

Di certo è un abile politico, inteso come uomo di partito, sa come muoversi e come gestire i rapporti. Non dico questo considerando tali “abilità” in chiave negativa, anzi, per quanto poco possa contare la mia opinione, non riconoscendogli altre particolari abilità (come leadership, dinamismo, concretezza) trovo che questa sua caratteristica debba esser annotata fra le doti e non fra i difetti.

Nel 2008 viene rieletto (come da programma e posizionamento nelle liste) alla Camera. Alfano incontra la prima grande sfida istituzionale.

Berlusconi gli affida un Ministero molto delicato e storicamente complicato: quello di Grazia e Giustizia.
E’ la prima esperienza da “prima fila”, di extra-esposizione mediatica.

Un “pungiball”. Alfano ha le spalle larghe e respinge ogni attacco e accusa di essere in sostanza una sorta di prestanome di Berlusconi e di eseguirne fedelmente gli ordini e le indicazioni in una materia, la Giustizia, particolarmente (e tempestivamente) cara all’allora Presidente del Consiglio.
Gli attacchi sono quotidiani e sempre più duri e (per il Ministro) umilianti. Alfano tiene. Non sempre ci riesce a dire il vero.

C’è chi, come me che pur ammettendo in assoluta buona fede che, se non un accanimento vero e proprio, almeno una particolare e talvolta morbosa attenzione nei confronti di Berlusconi c’è stata da parte della Magistratura, non mi può sfuggire, per e con altrettanta onestà, che qualche legge, norma, procedimento cosiddetto “ad personam” è stato fatto e il buon Angelino in quei casi ha dovuto eseguire, non escludendo l’eventualità che di quei provvedimenti fosse davvero convinto.
Io all’epoca, da iscritto, militante e amministratore dell’allora PdL mi sentivo a disagio nel “difendere e/o sostenere” le tesi del c.d. “Lodo Alfano”. Fu per me (e per altri) l’inizio o l’intensificarsi del bisogno di una “riflessione”, su quale direzione stavano prendendo le cose. Dentro e, soprattutto fuori il partito.

E’ stato il più giovane Ministro della Giustizia mai avuto in Italia fino ad allora ma tolti molti “arresti eccellenti” (che io non considero mai merito di “un Ministro”… almeno per rispetto alle Forze dell’Ordine e le altre Autorità coinvolte ed effettivamente responsabili di tali successi) di quel periodo rimangono solo le polemiche sul “Lodo Alfano” e le sue dimissioni nel 2011 motivate dalla nomina a Segretario Politico del PdL dopo la “scissione” con Fini&Co..

Memorabili i “summit ABC” (Alfano, Bersani, Casini) con tanto di selfie da Palazzo Chigi, ospiti di Monti versione “Salvatore della Patria”.

Poi Ministro dell’Interno e Vice-Presidente del Consiglio del Governo Letta a sigillo delle “larghe-intese PDL/PD”.
Con un Berlusconi sempre più relegato in secondo piano e sempre più oggetto della cronaca giudiziaria Alfano ha retto e condotto come e finchè poteva il “carrozzone”, ne ha tratto sicuramente vantaggi in termini di visibilità e capacità di penetrare il mercato elettorale, ma non abbastanza per concretizzare la “successione”.
Il Cav. ad un certo punto, sondaggi alla mano, si accorge che il PdL è ai minini storici. Decide di riprendere in mano il partito con il sostegno di quello che alcuni hanno definito il “cerchio magico azzurro”.

Alfano chiaramente è fuori dal cerchio, soppiantato da Dudù.

Quindi mentre Berlusconi, Fitto e Santanchè stavano ritirando fuori le bandiere (mai gettate… non si sa mai) di Forza Italia Alfano, e con lui altri tra cui Schifani, Lupi, la De Girolamo, Quagliariello, Cicchito, Lorenzin e Scopelliti, si tuffa in una nuova avventura. Sceglie un logo assurdo e fonda il Nuovo CentroDestra (il nome glielo avrà consigliato il grafico).

Nuova vita, da leader.
Comincia l’epoca del NCD… è dai tempi dell’ABC che Angelino si sente pronto per spiccare il volo e “recidere il cordone ombelicale” che lo legava alle sorti del Cav. Probabilmente, come Fini, pensava fosse imminente la fine della storia politica di Berlusconi…. e ha creduto fosse il momento migliore oppure si è accorto che era stato semplicemente scaricato.

Alfano riesce (ed è per questo che gli riconosco abilità politiche) a mantenere con il nuovo Governo, quello formato da Renzi, la stessa presenza (fatta eccezione per la Vice-Presidenza del Consiglio che non gli viene rinnovata).
Alfano rappresentando un partito molto inferiore in termini di numeri in Parlamento rispetto al PdL di cui era Segretario Politico fino a pochi mesi prima è riuscito in questa impresa… e purtroppo anche in altre.

E’ di questi giorni la notizia, o meglio l’annuncio, di misure “anti vù-cumprà” con tanto di uscita infelice quasi “Tavecchio-style”, contenute in un pacchetto chiamato “Spiagge Sicure” ed è di queste ultime ore l’affondo, a freddo, sull’art. 18, argomento sempreverde che in passato è servito per bloccare intere legislature per mesi per poi non ottenere nulla… se non tempo sottratto alle vere priorità.

Sulla questione venditori abusivi ecco la gaffe direttamente da un suo tweet che cinguetta così: Lotta dura contro i “vù cumprà” e la contraffazione delle merci italiane:”Vivo senza… falsità.Io compro… vero”difendiamo il #MadeInItaly.

La cosa che non mi aspetterei mai da un Ministro dell’Interno che tanto si fa vanto di ogni operazione o, come detto “arresto eccellente” e l’omettere di contestualizzare il fenomeno per quello che è, per quella che è la catena di affari che le organizzazioni criminali costruiscono sulla pelle di questi, i c.d. “Vù cumprà” che di certo non pensano a problemi quali la contraffazione dei marchi o al #MadeInItaly. Cadere nella banalizzazione dell’ambulante da spiaggia significa non solo sminuire il problema e le ragioni chi ne è vittima (il c.d. Made in Italy) ma non è per nulla risolutivo del problema…

La lotta contra la contraffazione è sacrosanta, lo è anche dire le cose come stanno

Per giorni abbiamo parlato e discusso di un candidato (ora eletto) alla Presidenza di una Federazione sportiva per le sue uscite xenofobe (poi anche mal riparate/giustificate/coperte dallo stesso e da molti club) per poi trovare un Ministro della Repubblica che diffonde con leggerezza certi messaggi?

Dopo il caso Shalabayeva* (dove il PD salvò Alfano con non pochi malumori dalla mozione di sfiducia di Sel e M5S) credevo avesse toccato il fondo in quanto ad incompetenza, ora scopro essere anche in qualche modo pericoloso per chi già oggi, vivendo in un mondo pieno di sacche di intolleranza e invaso dall’indifferenza e dall’egoismo, potrebbe cedere ad aderire al pensiero di chiusura e di diffidenza totale che ha prodotto tanta ignoranza e troppa inefficienza in questo Paese.

Credo Che Alfano si senta un po’ in ombra con questo Renzi iper-presente e iper-annunciante… non per questo dobbiamo giustificarne gli errori.


*

Il caso Shalabayeva, breve riassunto con le principale tappe…

Casalpalocco, Roma. 28 Maggio 2013

Alma S., moglie del dissidente kazako Ablyazov, ricercato e oggetto di mandato di cattura internazionale per reati finanziari a lui contestati in diversi Paesi, si trova nella villa della località laziale insieme con la figlia di sei anni.
Ad un certo punto fa irruzione nella casa un gruppo di uomini della Questura di Roma, in borghese. In pochi minuti mettono a soqquadro l’abitazione in cerca di indizi che portino al marito, la cui cattura pare sia il vero scopo del blitz.

Ad Alma S. vengono contestate delle irregolarità circa la validità dei documenti da lei esibiti, i quali vengono ritenuti dalla Questura di Roma falsi. Alma S. cerca di spiegare la sua situazione, cerca invano un contatto con livelli più alti delle Autorità italiane.

La sua permanenza in Italia è ritenuta illegale e pertanto dopo soli due giorni la Questura firma l’Ordine di Espulsione e l’1 Giugno 2013 un aereo parte destinazione Kazakistan oppure la possiamo chiamare Nazarbayekistan visto il regime istaurato dal Presidente Nursultan Nazarbayev soprattutto in questi ultimi anni.

Il Ministro degli Interni già sapeva quando il 4 Giugno (quindi a quasi una settimana dai fatti) viene informato, tramite e-mail, anche il Ministero degli Esteri.

Emma Bonino non appena appresa la notizia si accorge, vista la sua vasta esperienza in politica estera, della gravità della situazione e attiva immediatamente il Presidente Letta il quale il 12 Giugno firmerà la Revoca del provvedimento di espulsione. Ormai Alma S. e sua figlia sono ad Astana e corrono rischi costante vista la permanenza della latitanza del marito.

Sul fronte Ministero dell’Interno mentre Alfano minimizza, rassicura e invita alla calma il Capo di Gabinetto del Ministero, il Dott. Procaccini rassegna le proprioe dimissioni.

L’Ue chiede chiarimenti e fa pressioni all’Italia. Il Presidente Napolitano interviene preoccupato definendola “una storia inaudita”.

Il 29 Luglio 2013 la Procura di Roma apre un inchiesta su presunte omissioni nella procedura di espulsione e oggi, nel 2014, si è aggiunta un’altra nuova inchiesta, quella della Procura di Perugia.

Nel frattempo Ablyazov viene catturato in Francia.

Grazie all’impegno in prima persona dell’allora Ministro Bonino e del Presidente Letta Alma Shalabayeva e la figlia il 27 Dicembre 2013 riuscirono a ritornare in Italia dove nel 2014 ottennero lo status di “rifugiati politici”.

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